Allevamento Volpi e Murmasky

I due generi di volpe più comunemente allevati sono la volpe comune (Vulpes vulpes) e la volpe artica (Alopex lagopus). Spesso l’allevamento del murmasky o cane-procione (Nyctereutes procyonoides) e quello delle volpi avviene presso lo stesso stabilimento. Quanto scritto di seguito, anche se riferito alle volpi, vale quindi in linea di massima anche per il murmasky.


La vita delle volpi d’allevamento

Le volpi d’allevamento trascorrono tutta la loro vita in gabbie in rete metallica delle dimensioni tipiche di 80 cm (lunghezza) x 105 cm (larghezza) x 70 cm (altezza). Ognuna delle gabbie di rete metallica ospita uno o due animali. Il pavimento è in rete metallica per consentire alle feci degli animali di cadere al suolo attraverso le maglie, eliminando così costose operazioni di pulizia delle gabbie. Le zampe degli animali vengono ferite e lacerate dai fili metallici. Le volpi vengono alloggiate in coppia o in gruppi di 3-6 individui per gabbia (di solito i piccoli di una stessa cucciolata). Le gabbie sono disposte l’una vicino all’altra in lunghe file e coperte da una tettoia per proteggere gli animali (le loro preziose pellicce!) dalla pioggia. Negli allevamenti cinesi, le gabbie sono di dimensioni ancora minori, sono sollevate da terra di circa 40 – 50 cm e non contengono nessun arredo, nessun gioco, nulla da rosicchiare, nessun ripiano, nessun box per costruire una tana, in molti casi manca anche il tetto. Le volpi che in natura sono territoriali e segnano i confini del proprio territorio marcandolo con feci ed urine, negli allevamenti sono invece costrette a vivere ammassate assieme ad altri individui della stessa specie, i cui escrementi si accumulano al suolo, a pochi centimetri dal pavimento delle gabbie… gli animali sono obbligati a sentire i guaiti dei loro compagni 24 ore su 24 e tutto ciò che vedono sono le pareti di una gabbia ed i propri conspecifici a ridosso, senza la possibilità di spostarsi. Per i murmansky la situazione non è molto diversa. Gli animali, che hanno il senso dell’olfatto sviluppatissimo, l’udito acutissimo e l’esigenza di dominare vasti territori (vedi sezione biologia del Murmasky ), impazziscono, sviluppano comportamenti anomali quali stereotipie (movimenti ripetitivi quali lo scavare, camminare avanti e indietro, ecc.), cannibalismo, infanticidio, automutilazioni.





Come avviene per altri animali d’allevamento, le volpi vengono alimentate con cibi umidi ricavati da scarti industriali di lavorazione della carne e del pesce, addizionati a vitamine e talvolta, farmaci (ad esempio antibiotici, tranquillanti, ormoni). A norma dell’articolo 22, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1774/2002, è concessa una deroga alla Finlandia per quanto concerne l’alimentazione degli animali da pelliccia con proteine animali trasformate ottenute da corpi o parti di corpi di animali della stessa specie: in parole povere in Finlandia è permesso alimentare volpi e murmansky con i derivati dei cadaveri deli propri conspecifici (cannibalismo). Deroghe possono venir facilmente concesse sulla base di una domanda corredata dalla documentazione che dimostri che non sussistono ragioni per sospettare la presenza di un agente patogeno della TSE (encefalite spongiforme trasmissibile) nella popolazione delle specie alle quali si riferisce la domanda. Le condizioni innaturali di sovraffollamento facilitano la diffusione e la trasmissione di infezioni, richiedendo spesso l’uso (anche profilattico) di antibiotici ed altri farmaci.
Gli animali devono venir inevitabilmente immobilizzati e manipolati per svolgere le operazioni di routine negli allevamenti: rilevamento dell’estro nelle femmine da riproduzione, inseminazioni artificiali, pratiche veterinarie, esperimenti scientifici, trasferimenti da una gabbia all’altra, esibizioni, uccisione. L’animale viene immobilizzato con delle pinze metalliche che gli bloccano il collo e nello stesso tempo viene afferrato per la coda. Per impedire che possa mordere si usano delle pinze a molla che chiudendosi bloccano le mascelle dell’animale.


Figure sopra: pinze metalliche usate per immobilizzare gli animali d’allevamento, volpi e cani-procione in particolare. Pinza da collo (pertica) e pinza da muso. Foto tratte da: Knut Langeland and Norwegian Fur Breeders Association brought in PELSDYR – Norske 4H (Kleiven, 1986).

Una volpe scelta per la riproduzione può venir manipolata fino a 20 volte in 6 settimane per rivelarne l’estro tramite una sonda che misura la conducibilità elettrica vaginale. In seguito all’uso di tali sonde sono frequenti traumi con conseguenti infezioni (Smeds, 1993). E’ molto frequente l’uso dell’inseminazione artificiale intrauterina, sia perchè così si possono ottenere gli incroci desiderati (ad es. volpe argentata e volpe blu, i cui periodi di accoppiamento non coincidono), sia per motivi economici (sono necessari meno maschi per inseminare lo stesso numero di femmine).

I riproduttori vengono scelti sulla base di diversi fattori tra i quali la qualità della pelliccia, che viene saggiata tramite esposizioni/esibizioni organizzate una volta l’anno. La partecipazione a tali esibizioni richiede sovente agli animali lunghi viaggi in piccole gabbie trasportate su camion (Norvegia). Gli animali, immobilizzati con le pinze attorno al muso, vengono messi sopra un tavolo ed esaminati sotto una potente lampada da dei giudici che saggiano la qualità della pelliccia ed emettono la propria “sentenza”.



L’operazione dura non meno di 15 minuti. Tali esibizioni hanno la funzione di valutare e scegliere i migliori riproduttori di ogni allevamento, confrontarli e stabilire i criteri di selezione per produrre pellicce sempre più “belle”. Lo stress che tali pratiche causano negli animali è notevole, tenendo anche conto del fatto che sia le volpi che i cani-procione sono animali timidi, schivi e tendenzialmente notturni. La foto mostra una volpe durante un’ esibizione. Notare la pinza metallica che le blocca il muso.

Un riproduttore viene tenuto per 5-6 anni prima di essere ucciso. Le volpi non destinate alla riproduzione vengono uccise all’età di 8-10 mesi, quando il manto diviene stabile.


Metodi di uccisione



I metodi di uccisione consentiti in Europa ed usati anche in altri paesi (Canada, USA, Russia) per le volpi ed i murmansky sono l’elettrocuzione anale e l’iniezione letale. Per l’elettrocuzione l’animale viene immobilizzato con l’ausilio della pertica descritta sopra, quindi afferrato per la coda ed estratto dalla gabbia. Una pinza metallica gli bloccherà saldamente le mascelle. Un elettrodo alla bocca, uno inserito nell’ano (o nella vagina)… una scarica di 110-230 Volt e 0,3A attraverserà il corpo dell’animale causando un dolorosissimo irrigidimento dei muscoli, fibrillazione ventricolare, ed infine un arresto cardiaco. L’animale è pienamente cosciente durante la crisi cardiaca e vive l’angoscia di un arresto cardiorespiratorio. Ciò avviene nel caso in cui l’operazione venga condotta in modo ottimale. Basta applicare la corrente per un tempo insufficiente, o un contatto non ottimale tra l’elettrodo ed il corpo dell’animale, un minimo errore perchè la corrente non sia sufficiente ad uccidere ma a provocare ustioni, convulsioni ed atroci sofferenze.

Un altro metodo adottato per uccidere le volpi, è l’iniezione letale intraperitoneale (di solito a base di pentabarbitone). In Cina, non esiste alcuna norma che regoli le procedure di soppressione degli animali, che vengono uccisi nei modi più disparati, a percosse, sbattendoli violentemente al suolo o addirittura vegono scuoiati vivi. 


Elettrocuzione anale di una volpe in un allevamento occidentale

In Cina ed altri paesi orientali gli animali da pelliccia vengono storditi
sbattendoli violentemente al suolo o colpendoli con oggetti contundenti:  quasi
sempre la pelliccia viene loro strappata mentre sono ancora vivi.


Bibliografia della pagina

Ahola, L., Harri, M., Kasanen, S., Mononen, J., Pyykönen, T. (2000a). Effect of family housing of farmed silver foxes (Vulpes vulpes) in outdoor enclosures on some behavioural and physiological parameters. Can. J. Anim. Sci. 80, 427-434.
Ahola, L., Harri, M., Kasanen, S., Mononen, J. , Pyykönen, T. (2000b). Effects of group housing in an enlarged cage system on growth, bite wounds and adrenal cortex function in farmed blue foxes (Alopex lagopus). Anim. Welf. 9, 403-412.
Ahola, L., Harri, M., Mononen, J., Rekila, T. (1996). Family housing of blue and silver foxes in a row cage system. Anim. Prod. Rev., Appl. Sci. Rep. 29:71-76.
Bakken, M. (1993b) Reproduction in farmed silver fox vixens, Vulpes vulpes, in relation to own competition capacity and that of neighbouring vixens. J. Anim. Breed Genet. 110, 305-311.
Bakken, M. (1994). Infanticidal Behaviour and Reproductive Performance in Relation to Competition Capacity among Farmed Silver Fox Vixens, Vulpes vulpes. Ph.D Thesis.
Department of Zoology, University of Trondheim.
Bakken, M. (1995) Sex ratio variation and maternal investment in relation to social environment among farmed silver fox vixens (Vulpes vulpes) of high competition capacity. J. Anim. Breed Genet. 112, 463-468.
Bakken, M., Braastad, B.O., Harri, M., Jeppesen, L.L. , Pedersen, V. (1994). Production conditions, behaviour and welfare of farm foxes. Scientifur 18:233-248.
Bertelsen, N. (1996). Combined effects of early handling and different housing regimes on the behaviour and stress physiology of farmed blue foxes. MSc thesis, Zoological Institute, University of Copenhagen.
Braastad, B.O. (1987). Abnormal Behaviour in Farmed Silver Fox Vixens (Vulpes vulpes L.): Tail-Biting and Infanticide. Appl. Anim. Behav. Sci. 17, 376-377.
Braastad, B.O. (1988).The ethological approach to reproduction problems in fox farming. In: Biology, Pathology and Genetics of Fur Bearing Animals (Ed. by B.D. Murphy , D.B. Hunter), pp. 84-94. Saskatoon: Univ. of Saskatchewan Printing Services.
Braastad, B.O. (1993). Periparturient behaviour of successfully reproducing farmed silver-box vixens. Appl. Anim. Behav. Sci. 37, 125-138.
Braastad, B.O., Osadchuk, L.V., Lund, G., Bakken, M. (1998). Effects of prenatal handling stress on adrenal weight and function and behaviour in novel situations in blue fox cubs (Alopex lagopus). Appl Anim Behav Sci. 57, 157-169.
Broom D.M. (1993). A useable definition of animal welfare. J Agric Environm Ethics, 6, Suppl. 2, 15-25.
Broom D.M., Johnson K.G. (1993). Stress and animal welfare. 1st ed. Chapman & Hall, London.
Dantzer, R., Mormède, P. (1983). Stress in farm animals: A need for reevaluation, J. Anim. Sci. 57, 6-18.
Englund. J. (1970). Some aspects of reproduction and mortality rates in Swedish foxes (1961-
63 and 1966-1969). Viltrevy, 8, 1-82.
Farstad, W. (1998). Reproduction in foxes: current research and future challenges. Anim. Reprod. Sci. 53, 35-42.
Faure J.M., Mills, A.D. (1998). Improving the Adaptability of Animals by Selection. In: Grandin, T. (Ed.), Genetics and the Behavior of Domestic Animals. Academic Press, San
Diego, California, U.S.A.
Forester, J.E. , Forester, A.D. (1973). Silver Fox Odyssey. History of the Canadian Silver Fox Industry. Charlottetown: The Canadian Silver Fox Breeders Association and the Prince Edward Island Department of Agriculture and Forestry. Irwin Printing, Charlottedown, P.E.I.
Harri, M., Mononen, J., Haapanen, K. , Korhonen, H. (1991). Postnatal changes in hypothermic response in farmborn blue foxes and raccoon dogs. J. Therm. Biol. 16, 71-76.
Harri, M., Rekilä, T., Mononen, J. (1995). Factor analysis of behavioural tests in farmed silver and blue foxes. Appl. Anim Behav Sci 42, 217-230.
Henriksen, P. (1996). Fur animal health – current status. In: Applied Science Reports (Edts: A. Frindt and M. Brzozowski), No 27. Animal Production Review, Polish Society of Animal Production. ISSN 1230-5367.
Hersteinsson, P. (1989). Population genetics and ecology of different colour morphs of arctic foxes Alopex Lagopus in Iceland. Finnish Game Research., 46, 64-78.
Kasanen S, Mononen J, Harri M, Ahola L , Pyykönen, T. (2000). A family housing experiment in raccoon dogs. Scientifur, 24, 111-113.
Korhonen, H., Alasuutari, S. (1992a). Sociability and dominance relationships in farmed blue foxes. Norw Agric Sci, Suppl. 9, 545-549.
Korhonen H, Harri M. (1988). Social influences on productive performance in farmed raccoon dogs. Acta Agric. Scand. 38, 433-439.
Long-term effects of tryptophan on behavioural response and growing-furring performance in silver fox (Vulpes vulpes) Autori: Rouvinen K.; Archbold S.; Laffin S.; Harri M. from Applied Animal Behaviour Science, Volume 63, Number 1, March 1999, pp. 65-77(13). Pubblicato da: Elsevier Science
Moe, R.O., Bakken, M. (1997a). Effects of handling and physical restraint on rectal temperature, cortisol, glucose and leucocyte counts in the silver fox (Vulpes vulpes). Acta Vet.
Scand. 38, 29-39.
Moe, R.O., Bakken, M. (1997b). Effect of indomethacin on LPS-induced fever and on hyperthermia induced by physical restraint in the silver fox (Vulpes vulpes). J. Therm. Biol. 22, 79-85.
Moe, R.O., Bakken, M., (1998). Transportation of foxes. NJF-seminar nr. 295 (in Norwegian).
Moe, R.O. , Bakken, M. (1998). Anxiolytic drugs inhibit hyperthermia induced by handling in
farmed silver foxes (Vulpes vulpes). Anim. Welf. 7, 97-100.
Pedersen V, Jeppesen L.L. (1990). Effect of early handling on later behaviour and stress responses in the silver fox (Vulpes vulpes). Appl Anim Behav Sci 26, 383-393.
Rikula, U., Pänkälä, L., Jalkanen, L ., Sihvonen, L. (2001). Distemper vaccination of farmed fur animals in Finland. Prev Vet Med, 49, 125-133.
Smeds, E. (1993). Pseudomonasmetriter hos blåräv. NJF-utredning/rapport Nr 92, pp.139-144.